Villa Gallarati Scotti
Lo stupendo edificio barocco, documentato dalle illustrazioni pubblicate da
Marc'Antonio Dal Re nel suo libro
Ville di delizia,
venne profondamente trasformato in forme neoclassiche tra la fine del
Settecento e l'inizio dell'Ottocento dall'architetto
Simone Cantoni.
Dello schema precedente la villa ha mantenuto l'ampia corte anteriore ad U, con
le ali laterali di servizio più basse, chiusa verso la piazza di Oreno da un
ingresso monumentale del 1806, con due tempietti laterali di forme classiche,
dei quali quello di destra adibito a cappella privata.
Il
corpo centrale
fu modificato dal Cantoni in un blocco compatto e alla facciata verso
l'ingresso, sobria e liscia, fu sovrapposto, nella zona centrale, una specie
di pronao assai poco sporgente, a tre ordini sovrapposti: semicolonne tuscane
al piano terreno; ioniche al primo piano con tre aperture ad arco nella zona
centrale, dove sono inserite lunette decorate a bassorilievo; al secondo piano
infine pilastrini e statue a mezzo busto su piedistallo. Il tutto è chiuso in
alto da un timpano, con bassorilievi e orologio.
Il fronte verso il giardino è spartito in senso verticale in cinque sezioni,
legate orizzontalmente da una superficie a bugnato liscio che corre al piano
terreno.
L'
interno
della villa venne anch'esso trasformato in modo sostanziale, creando nuovi
ampi saloni neoclassici, riccamente decorati e arredati nello stesso stile,
particolarmente armoniosi nella loro sobria fastosità. Delle sale preesistenti
sono stati preservati dagli interventi neoclassici solo alcuni ambienti, tra cui
la
Sala di Alessandro Magno,
decorata da importanti affreschi di stile barocchetto, dipinti intorno al 1725.
Il grandioso
parco
alle spalle della villa era in origine alla francese, con statue e fontana,
con un lungo viale alberato che portava a un laghetto ellittico da cui partiva
un canale che giungeva al ninfeo del Nettuno, circondato da boschetti.
Contemporaneamente agli interventi di rifacimento neoclassico della villa,
all'inizio dell'Ottocento, il giardino venne ampliato e trasformato,
conformandosi alla nascente moda dei parchi all'inglese. Le siepi di bosso e i
parterre
vennero così sostituiti da una grande prateria leggermente ondulata circondata
da imponenti masse di alberi.
La costruzione più suggestiva all'interno del parco è il barocco
Ninfeo del Nettuno,
posto al margine estremo settentrionale, già documentato nelle incisioni del
Dal Re ed elogiato dal Montesquieu che lo visitò nel suo viaggio del 1728.
Si tratta di un edificio a due piani, con un belvedere a terrazza con vasi e
putti, cui si accede dalle scale a chiocciola contenute nelle torrette
laterali. Poco più sotto, distese sul cornicione, sono poste statue con
figure allegoriche. La fontana, che si staglia contro la facciata curvilinea,
vede la statua di Nettuno, armato di tridente, che si erge in piedi sopra un
grosso delfino, dalla cui bocca sgorga l'acqua.
Sito web di Villa Gallarati Scotti